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2021 restauro facciate Castello dei Marchesi Romagnano di Virle (prov. Torino)

   
2021
Castello dei marchesi Romagnano; Virle P.te
 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             
Il Castello Romagnano di Virle Piemonte prende il nome dalla famiglia più importante che lo ha posseduto fino a metà dell’Ottocento, una tra le maggiori casate del Piemonte.
Il comune di Virle P.te è di origine medievale e ancora oggi conserva la struttura del borgo fortificato, anche se in parte è stata alterata, con l’abbattimento delle strutture difensive.
Il paese è raccolto intorno alla parrocchia e ai due castelli ancora oggi esistenti, appartenenti a due casate che nel Seicento si contendevano il controllo politico del territorio.
Le origini del Castello Marchesi Romagnano risalgono al Medioevo anche se è stato riedificato nel primo decennio del 1700 dal Marchese Francesco Romagnano sulle originarie fondazioni di un precedente castello andato distrutto a seguito dei tentativi di conquista delle truppe francesi capitanate dal generale Catinat, vincitore della Battaglia di Marsaglia nel 1693 contro le truppe piemontesi e alleate nella Lega di Augusta.
Il castello sorge nel centro del paese in posizione dominante, con la ricostruzione del 700, ha perso le originarie funzioni difensive ed è stato trasformato in una splendida residenza gentilizia per la famiglia marchionale.
L’edificio ha una conformazioni planimetrica a ferro di cavallo rovesciato con due ali laterali rivolte verso il centro abitato.
Un androne aperto ad un solo piano fuori terra collega le due ali del fabbricato e individua l’ingresso, delimitando il cortile interno a forma di trapezio, con le torri del castello che si ergono su quattro piani fuori terra, mentre le maniche di collegamento sono su tre piani. Sopra l’androne esiste un terrazzo che collega il piano nobile, le torri e le due ali laterali.  
Sul lato destro rispetto all’ingresso principale una porta che si apriva all’esterno consentiva, lungo una galleria coperta, ai marchesi di raggiungere la cappella di famiglia nell’adiacente Chiesa di San Siro lungo una galleria coperta. Nelle vesti attuali la residenza veniva utilizzata dai marchesi come dimora estiva per le loro famiglie e per i loro ospiti.
L’edificio intonacato sui prospetti principali e in mattoni faccia vista sui prospetti secondari conserva le torri angolari in asse con Via della Portassa e la cancellata d’ingresso principale di pregevole fattura e la recinzione con originali pinnacoli.
Tra i saloni più importanti e di rappresentanza “il salone dei piatti” è posto nella manica centrale che si affaccia sul cortile. Sul soffitto e sulle pareti decorate in cui sono stati inseriti oltre 500 piatti di porcellana piemontese (probabilmente di manifattura di Vinovo).
Pregevole anche la sala delle armi che fu realizzata nel 1749 su disegno dell’architetto G.B. Borra, insieme ad alcuni saloni che conservano ancora gli antichi soffitti a cassettoni in legno dipinto.
Il castello Romagnano ha ospitato diversi scrittori ed artisti come nel 1749 l’architetto Bernardo Antonio Vittone è a servizio del marchese Francesco Andrea oltre a Massimo D’Azeglio.
Il castello cinto da mura, si apre su un bel giardino all’italiana a pianta trapezoidale con aiuole e siepi di bosso. Nella storia plurisecolare de castello di Romagnano i giardini hanno assunto diverse forme ed aspetti. In occasione della ricostruzione settecentesca.
I giardini settecenteschi progettati secondo il rigore geometrico dei modelli francesi, con lunghi viali prospettici, labirinti e colonne di verzura, giardini di fiori, orangerie, boschetti e un bacino d’acqua (peschiera), con alcuni edifici, tra cui alcune grange, un mulino e una citroniera.
Alla fine del 700 i giardini vennero parzialmente trasformati secondo lo stile “pittoresco”, in voga in tutta Europa, ruderi, architetture lontane e percorsi sinuosi, emozionali ed evocativi, precursori della nuova visione paesaggistica dell’architetto Xavier Kurten, artefice negli anni Trenta dell’Ottocento dell’ultima trasformazione documentata dei giardini del castello Romagnano di Virle.
L’intervento conservativo ed estetico realizzato nel 2022-2023 sulle facciate intonacate per l’immobile storico ha avuto come obiettivo quello di ridare leggibilità al manufatto ponendo l’attenzione sulle esigenze di tutela dell’edificio utilizzando per quanto possibile i materiali impegnati nella fase costruttiva.
Al fine di riproporre le decorazioni originali sono state eseguite le indagini stratigrafiche nelle parti meno danneggiate per individuare le coloriture originali.
I tasselli di indagine stratigrafica son serviti per predisporre un elaborato di presentazione estetica dell’apparato decorativo e pittorico delle facciate del castello Marchesi Romagnano da sottoporre all’approvazione della Sovrintendenza.
Gli interventi realizzati sono stati un’iniziale pulizia con un trattamento biocida nelle zone interessate da muffe e patine algali, lasciando successivamente agire i prodotti fino ad una completa asciugatura, al fine di rimuovere con spazzolature e lavaggi tutte le impurità che si sono depositate negli anni sui prospetti.
Successivamente sono stati rimossi elementi non idonei di varia natura come chiodi, perni cavi elettrici addossati alle facciate, la fase successiva è stata il consolidamento e la stuccatura dell’intonaco, con iniezioni fluide di malte premiscelate apposite composte da calci naturali e leganti idraulici speciali.
Parallelamente si è proceduto al ripristino dei davanzali in pietra e dei parapetti in marmo della balconata, che presentano i segni di usura del tempo, per motivi conservativi è stato integrato ed impregnato il legante in cemento novecentesco posto ai bordi del portone di accesso al cortile interno, è stato pulito, integrato ed impegnato il bugnato presente.
La presenza del ponteggio ha consentito anche di effettuare le principali opere da lattoniere idraulico con la sostituzione di gronde pluviali e faldali in rame per il regolare deflusso delle acque piovane.
Gli interventi cromatici successivi sono stati eseguiti con una decorazione a base di calce, stesa con la tecnica a velatura secondo le indicazioni fornite dalla Sovrintendenza, riprendendo le cornici di finestre, le finte finestre, l’orologio e la meridiana.

Progettisti:
Arch. Liliana Canavesio - Arch. Valter Bruno


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